sabato 14 luglio 2012

Modesto senz'altro pericolo


Mi piacerebbe scrivere una storielletta senza prima dovermi immaginare da dove partire, così inizierò il racconto aprendo un libro a casaccio e, a occhi chiusi e puntando il dito tre diverse volte su pagine scelte accidentalmente, estrarrò tre parole che comporranno il titolo del racconto.
Ho usato un libro che mi è molto caro, il cinese "I King" e sono uscite, dal dito puntato alla cieca e nel loro esatto ordine: "modesto senz'altro pericolo". 
Sarebbe forse stato meglio "pericolo senz'altro modesto", ma chi sono io per stravolgere l'indicazione data dal libro dei libri?

Modesto senz'altro pericolo
Non è che uno, soltanto perché fa il manovale, deve essere modesto a tutti i costi; ci sono fior fior di "magùtt" che si credono chissà chi solo perché portano in giro due secchi di malta, zeppi fino all'orlo, senza rovesciarne una stilla, e quando aprono la schiscetta, a mezzogiorno, non offrono un cazzo a nessuno. Lui no che non era come quegli stronzi e la malta la versava, ma tornava sempre indietro a raccoglierla. Certo non si fermava subito, per non perdere lo slancio di cui ha bisogno la camminata. Era un lavoro duro quello che faceva, e mai uno straccio di soddisfazione a illuminargli il tramonto. Eppure lui i muratori veri non aveva il fegato di invidiarli, poracci anche loro, così a rischio di cadere dai ponteggi che gli stessi manovali montavano, in modo piuttosto approssimativo proprio perché non sono operai specializzati.
Lavorare nei cantieri esige forza di carattere, pazienza e una non comune modestia, per restare vivi anche se non vegeti, perché più in giù si sta e meno si corre il rischio di cadere. E poi trasportare pesi richiede il tenere lo sguardo basso, ché non tutti sanno come la modestia aiuti a non inciampare.

Il rumore secco di una catena spezzata è sempre inatteso, sia per un carcerato che per il manovale il quale, per modestia, non ha potuto accorgersi del bancale di Damocle, pieno di mattoni impilati, che fino pochi secondi prima stava ancora lì, immoto e sospeso sopra la sua testa umile...

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