mercoledì 3 ottobre 2012

Un'orribile aggregazione


Sono un aggregato, un insieme di elementi che mi compongono legati tra loro da chissà quale ragione. Io, la cui unica qualità decente è quella che mi fa sentire un'unità, devo abbassarmi ad ammettere che l'unica unicità che mi distingue è data dalla somma di 100.000 miliardi di cellule, che oltretutto vanno poco d'accordo tra loro. Certamente qualcosa che le obbliga a stare unite c'è, e si chiama intelligenza organica. È questa un'entità con la quale, per fortuna, non ho a che fare, io, che devo concentrarmi per sincronizzare anche solo due mani per lavare i piatti, non avrei scampo se dovessi dirigere il lavoro di quella moltitudine citoplasmatica. Inoltre ci sarebbero miliardi di funerali giornalieri da celebrare, e altrettante nascite di cellule che rimpiazzeranno quelle defunte. Il fatto di essere una sorta di comunità sociale mi sconcerta, e mi fa sorgere il dubbio che quando non mi sento proprio bene la colpa possa essere di qualche manifestazione di piazza, che distrugge le vetrine degli spacci dove la marijuana era in vendita libera, fino a quando, almeno, ho cessato di procurargliela…

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