giovedì 21 marzo 2013

Suicidio escluso...


A un certo punto della mia vita io, ex figlio di fiori che si sono dimostrati carnivori, mi sono messo il cuore in pace e ho smesso di sperare che questo nostro mondo possa diventare un luogo di pace, dove l'intelligenza può ambire non dico al dominio, ma almeno a occupare l'angolino più pisciato del vicolo cieco dove ogni bordello ha la sua uscita sul retro. Sono nato nell'immediato dopo guerra, e la prima cosa che ha denunciato il carattere del mio esserci è stata il rifiuto di appoggiarmi al cofano della fiat cinquecento verde pisello, che mio papà comprò alle fantastiche rate del boom economico, per fare la fotografia che avrebbe trasmesso ai posteri il tenore del mio successo sociale. La velocità che il mio rifiuto impresse agli eventi che seguirono senza pietà, portò il mio sorriso nel mondo della stonatura psichica senza se e senza ma, tipica di chi sa di non aver molto da perdere, e da lì la mia esistenza ha iniziato a ricordare una gara di discesa libera, precipitata da un roccioso pendio senza sentiero, dove il toccare i freni che non c'erano sarebbe stata prova di orrenda vigliaccheria. Allora non pensavo che ogni discesa dovesse, prima o dopo, incontrare un'altra salita, e contavo sul culo che si sa di avere quando si sta in un corpo giovane che può affidarsi a una mente capace di confondere il dormiveglia con l'attività dello spirito. Il risveglio ha sempre qualcosa che ricorda il morire del sonno che l'ha preceduto e la morte, si sa, lascia sempre dei rimpianti, a ricordare che il dormire non lascia tempo per migliorarsi. Oggi affido le possibilità che ho di migliorare alla disperazione del vivere senza combinare guai seri, ed è singolare quanto il non fare gravi errori sia così poco rassicurante. Credo di dover fare un ulteriore passo in avanti, creando qualcosa che sia in sintonia con quello che resta della mia personalità, suicidio escluso...

Nessun commento:

Posta un commento