domenica 21 aprile 2013

A Charlie...


Era uno che considerava la fortuna come la conseguenza di un patto stipulato col diavolo, per questo le preferiva la più dignitosa sfiga, risultante dall'aver commerciato sempre con un demonio, ma più sgamato del diavolo. La sua visuale dell'esistenza derivava da una posizione nella società che già chiamarla posizione era il segno di uno spregiudicato ottimismo. Nel suo inconsapevole associare la fortuna al paradiso e la sfortuna all'inferno si era sempre considerato uno di sinistra a causa del fatto che una visione sinistra della vita gli pareva più consona alla realtà, pacifista perché la guerra manda avanti gli ultimi, e ricercatore della libertà perché i ricchi quella ce l'hanno già. Con lui si poteva discutere di tutto, bastava soltanto dargli ragione, ma se ci si avventurava sul terreno minato del significato da dare alle guerre... manco il dargli ragione avrebbe frenato il suo battagliero pacifismo. Per lui la guerra era sempre da deprecare, perché alla guerra partecipano anche gli assassini, e per non dar loro soddisfazione era disposto a lasciare le eventuali loro vittime nelle mani bucate della provvidenza. La sfortuna, ascoltando esterrefatta i suoi discorsi, fu persino sfiorata dal sospetto di non essere abbastanza crudele coi disgraziati che aveva il vezzo di corteggiare senza mai farsi scoraggiare...

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