lunedì 29 aprile 2013

Lasciatemi morire d'invidia


Invidio i giovani d'oggi, perché hanno il culo di rimanere giovani fino ai cinquanta anni di età, ingozzandosi di tortine sintetiche geneticamente storpiate, e di quattro salti prima in padella e poi in discoteca, dove vanno a condividere l'alito al posto di dover trasmettere valori che sarebbe una fatica anche per un prete cattolico. E tutto questo prima ancora di tirare in ballo la lunga e lussuosa aspettativa di vita che li spingerà a oltrepassare la soglia dei cento anni, dietro ai sontuosi sorrisi di plastica, impiantata su titanio capace di restare lì, immobile, nonostante le ripercussioni ricevute dai colpi che i gomiti picchiano sul linoleum della corsia d'ospedale, mentre trascinano il resto dell'organismo, stracolmo di speranze, alle sedute chemioterapiche d'urto che non faranno più perdere i capelli, perché la cultura dei naziskin il problema l'ha saputo sradicare alla radice. Chi, tra noi antichi, avrebbe saputo prevedere la portata dei magnifici sviluppi generati dal nostro aver concesso fiducia all'automatismo evolutivo, lanciato a testa bassa contro il pessimismo che ha unto tutto il secolo scorso?

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