giovedì 11 aprile 2013

Sui perché dello scrivere

Vorrei dare alcune sintetiche indicazioni a chi ha in animo di dedicarsi allo scrivere: chi scrive dovrebbe considerarsi più stupido del suo lettore meno dotato, non per fargli capire lo scritto, ma per evitare la voglia di mandarlo affanculo dopo che questi gli ha inviato un assurdo commento critico. Chi scrive dovrebbe scrivere solo per se stesso, per divertirsi a darsi dell'imbecille quando sarà abbastanza maturo da capire cos'ha scritto in passato. Chi scrive perché ha verità da rivelare lasci perdere lo scrivere, e si dedichi a fornire esempi col proprio comportamento. Chi scrive, pur avendo un comportamento aderente all'onestà dei propri princìpi, deve scrivere allo scopo di insegnare, ed è quello che faccio io. Quest'ultima cosa dovrebbe rendere palese l'inutilità del farlo...

2 commenti:

  1. Condivido in pieno! Soprattutto sul chi crede di avere grandi e inarrivabili verità da tramandare ai posteri..

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  2. Le verità ci sarebbero anche, e sono pure inarrivabili per una ragione che si può comprendere. Il problema è dato dal fatto che l'Assoluto, essendo assoluto non può essere comunicato come non possono esserlo le verità che gli appartengono. L'Assoluto è anche Libertà assoluta, e può tutto tranne che contraddire se stesso; la conseguenza è che ognuno gode della propria libertà che si arresta nel non potere comunicare le verità assolute che sono state viste da chi vorrebbe comunicarle, questo perché ognuno deve essere libero di vederle da sé, e senza indebite e inopportune intrusioni esterne. Ora va da sé che quella che ho appena descritto è una verità assoluta, e lo puoi capire dal fatto che non ti dirà niente, perché è giusto e sacrosanto che non debba significare niente per te, quello che ha un significato assoluto per me. ;)

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