domenica 5 maggio 2013

Il Giorno del Giudizio non universale


La propria morte non gli era sembrata tanto tragica, almeno rispetto alla vita che aveva vissuto, ma ora che era lì, a dover sostituire l'idea che si era fatto del giorno del giudizio, il suo futuro si spegneva in una bagliore fosco che ricordava la nebbia autostradale. Gli riusciva persino di capire il perché nessun Profeta avesse mai descritto, nei particolari, quella disperata situazione. Altro che leggerezza dell'anima... Il suo trapasso era stato ridicolo come se lo era sempre immaginato in vita, così simile a una caduta, per mancanza di allenamento, al primo dei trenta giri pieni di siepi spinose da saltare, fatta da un giovane in una gara campestre riservata agli anziani. Ancora non riusciva a credere che davanti a lui stessero scrutandolo una cinquantina di antichi trapassati, che avevano l'aria di doverlo giudicare nel rigoroso rispetto di un regolamento esageratamente rigido. Sulla presenza dell'aureola era difficile non riderci sopra, ma quelle palette numerate che gli stronzi stringevano nella mano lo fecero sperare di essere nel profondo di un sogno o forse, e sarebbe stato peggio... del più assurdo incubo che avesse mai avuto...

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