lunedì 22 luglio 2013

Su una frase attribuita al Buddha



Detta così sembra che la pace si trovi nella stessa condizione in cui si trova una zia che ti viene a trovare per regalarti una torta di compleanno. A parte gli scritti di Asvaghosa sul Buddha, poeta indiano che visse molto tempo dopo il Buddha, non ci sono testimonianze scritte su ciò che il Buddha disse. Di certo si sa che non scriveva frasi adatte alle parole crociate come è il caso della frase sopra. La pace è la condizione necessaria alla libertà perché questa possa esprimersi, ed è la libertà il sole centrale che sorge all'orizzonte del Buddha. La pace è la conseguenza della consapevolezza perfetta perché è conseguenza della fatica data dal voler vivere nel rispetto dei princìpi universali e spirituali che si conoscono nell'immediatezza della visione interiore, il terzo occhio centrale che è intelligenza non più individuale, ma universale. Chi potrebbe aspirare alla pace interiore senza prima conoscere perfettamente le sue ragioni di essere? Non la pace, ma la consapevolezza deve prima attuarsi perché la pace possa diventare il terreno sul quale l'amore fiorirà. Si può dire della pace che bussa a una porta chiusa dall'incapacità di capire le ragioni dell'esistenza? È troppo facile sparlare a casaccio di quello che non si è colto personalmente: si prende una bella frase ad effetto e la si butta in pasto alle fiere carnivore che vedono le possibilità di affermazione della propria pace nell'annientamento della pace altrui. La pace non è cosa che si può cercare emotivamente, perché l'emozione è la cosa meno stabile che c'è, e quella pace muterebbe le proprie caratteristiche al variare dei sentimenti che cambiano persino in dipendenza delle diverse latitudini geografiche e culturali. La pace non la si cerca, ma sarà la conseguenza del conoscere perfettamente, perché si conosce al di sopra del dubbio, la ragione essenziale d'essere dell'esistere che è causa stessa dell'esistere. È questa una conoscenza che non si offre a colui che la persegue, perché non la si trova come fosse un sasso pregiato e luccicante. La verità unica non la si gratta dal Cielo come non la si raccoglie da terra, né si può infilare una mano all'interno della propria anima per unghiarne l'ipotetico scrigno. La Verità è al centro di tutto ciò che è, che sarà e che non è suscettibile di poter essere manifestato. La Verità, che è Intelligenza universale, Libertà e Pace nello stesso istante eterno è viva, e consapevole anche se non è un essere e non è sottomessa all'esistenza della quale è Causa. È la Verità l'unica capace di comprendere le reali intenzioni di chi la sta cercando tenendo per mano la propria intenzione di capire, ed è la Verità che accetta di farsi trovare da colui che la cerca, ma solo quando chi la cerca mostra di avere pure e altruistiche intenzioni. Quelle intenzioni sono la chiave che la Verità userà per aprire la porta alla possibilità di conoscere attraverso la fatica del donarsi, ed è dietro a quella fatica che stanno sia la Pace che la Libertà. 

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