giovedì 17 ottobre 2013

Come reagire alle critiche quando si è scrittori...


Alle critiche negative si deve reagire con inaudita violenza, ma l'avvento del Web ha complicato di molto le cose, riducendo al minimo i possibili massacri. Ci sono, restringendo alla forma di un tubo semplificatore l'orizzonte da considerare, due modi fondamentali nei quali una critica mette a rischio l'incolumità di colui che la formula: il primo e più diffuso è quello adottato da chi, non essendo in grado di comprendere il senso di uno scritto, che sta fuori dalla sua portata di comprensione, la butta sull'irrisione a carattere personale del tipo "Ma chi credi di instupidire con quei paroloni altezzosi e desueti da fine ottocento?". Costui è da aspettare sotto casa, quando ritorna ubriaco dalla discoteca intorno alle cinque del mattino, impugnando una mazza da baseball in legno di rovere, senza preoccuparsi di scheggiare l'attrezzo che in quel frangente non vuole sentir parlare di lealtà sportiva. L'altro modo della critica è di un ordine più vicino all'ombra che ogni individualità scambia per intelligenza, e si auto denuncia in questi termini: "Non si capisce una mazza di quello che scrivi, e quel poco di nozioni che infettano il cervello di chi legge non strapperebbero un gridolino di soddisfazione nemmeno a un bambino poco dotato". È qui che entra in ballo la vera ferocia dello scrittore, che si fa in quattro per trasformarsi in un informatico in modo da riuscire a individuare l'IP identificativo attraverso cui si può conoscere l'indirizzo di casa del critico da giustiziare. Se c'è una cosa che lo scrittore sa commettere alla perfezione questa non è di certo la scrittura… :D

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