giovedì 24 ottobre 2013

Ricordi...


Una memoria che non lo lasciava in pace gli riempiva i pensieri di ricordi che avrebbero dovuto essere stati sepolti, ma il ricordo ha le sue proprie leggi, e non invecchia come la vita che vive rubando l'equilibrio dei corpi che tremano di paura. I ricordi sono immateriali, il loro peso dipende da una gravità diversa da quella che ci tiene ancorati alla terra, e gli unici vermi capaci di consumarli sono quelli che nascono dalla distrazione. Se li seppellisci ti chiamano per nome, e non ci sono bare che possano soffocarne le urla. I ricordi non seguono lo scorrere del tempo, non si fanno imbrogliare dal mago che chiamiamo istante. A volte sprofondano nell'oblio, ma lo fanno per riposarsi e quando si svegliano non raccontano sogni, ma verità. Qualcuno di essi sparisce del tutto, offeso dal nostro essere stati distratti, ma non accade ai ricordi cattivi, perché è stata la loro cattiveria a tenere desta la nostra attenzione. La memoria che non lo lasciava in pace improvvisamente cessò di correre, e il pensiero che la superò chiese se essa fosse il cuore del pensare, oppure la sua croce e se dopo morti, in assenza del sostegno dato da un corpo ormai disfatto, il ricordare sarebbe rimasto lì, appoggiato ai rimpianti di un'anima privata del pulsare delle sensazioni, oppure se ne sarebbe andato con lei, vuoto guscio psichico privo di personalità propria, fantasma piangente incapace di ordinare le proprie congelate emozioni. La sua mente, non potendo rassicurarlo, riprese a evocare paure antiche, le stesse che affliggono ogni uomo quando il suo ricordare gli rammenta la morte.

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