domenica 10 novembre 2013

Un nuovo universo

Non riusciva a crederlo nemmeno dopo averne avuta conferma dalla luce che la sua volontà emanava, ma toccava proprio a lui. Quando si è immersi nell'eternità data dal "Non tempo" si sta come sospesi nell'istante privo di durata dove l'attesa dura un solo attimo, ma non passa mai.
Così, in quel buio immobile senza forma, non c'è altro da fare che tenersi pronti per quando sarà il proprio turno creativo. Ora toccava a lui immaginare un nuovo universo, che avrebbe sostituito quello che si era consumato. Un Dio non assume responsabilità perché è stato votato da altri dei. Un Dio è unico e sempre lo stesso, ma non avendo nulla fuori da sé da conoscere, non aveva bisogno di conoscere nulla, nemmeno se stesso perché non poteva confrontarsi con altri diversi da sé. Il Dio vegliava sui cicli cosmici da lui espirati, e quando essi sfiorivano li inspirava ritornando nel Buio dove l'embrione dell'universo attendeva che nuovi cicli si compissero, nella respirazione che mantiene eterno il Mistero. 
A ogni risveglio lo stesso Dio irradiava le infinite possibilità che si estendevano nello spazio manifestando un nuovo universo, ed era come fosse una prima volta vissuta da un nuovo Dio.
Ora toccava a lui espirare la nuova vita, e non gli sembrava vero.
Aveva, come sempre, una settimana di tempo, ma non lo sapeva perché stando al di sopra della durata temporale una settimana e un secolo durano lo stesso attimo.
Il Dio non aveva memoria, perché la memoria riguarda il passato, e un Dio non ha un passato; fu per questo che prese dell'argilla e al sesto giorno creò di nuovo l'uomo.

Poi, come al solito, si riposò nella totale inquietudine che dà l'aver concesso l'opportunità di essere al male...

1 commento:

  1. L'ho scritto solo per ridere, e non ha alcuna attinenza con la realtà vera.

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