mercoledì 1 gennaio 2014

La vera storia di questa umanità nei suoi ultimi, intriganti, millenni

Al suo inizio l'umanità era divisa in due, come allo stadio: metà erano pastori e il resto, poco meno dell'altra metà - perché c'erano alcuni intellettuali a rovinare la media - erano agricoltori.
I primi erano nomadi, a causa del dover rincorrere le vacche, e i secondi stanziali, perché avevano inventato i marciapiedi per farcele stare sopra.
Non si può dire che l'evoluzione di queste persone, tanto impegnate nella fatica data dal dover sopravvivere tentando di divertirsi, sia stata costante, ma di certo ha avuto dei momenti dove il salto di qualità è stato considerevole, e tutto per merito di un solo uomo che nello stesso giorno scoprì la ruota e il fuoco, e non gli riuscì di tenere la cosa per sé. Quest'uomo ebbe in sorte la bella idea di sedersi su un pezzo di legno tondo, posto sul bordo di un declivio montano in ripida pendenza, ed era appena giunto alla conclusione che il pianeta sotto doveva avere anch'esso una forma sferica, come ce l'aveva la luna che stava guardando rapito, ed ecco che quel tronco prese a rotolare verso valle, con lui seduto sopra. Quello storico giorno la forma sferica stava prendendo la sua rivincita sull'ottusità umana, spalancandole nuovi e inaspettati orizzonti. L'uomo arrivò in basso col culo in fiamme, ma nella mente grandiose ipotesi sulla mobilità delle merci, da attuare su un pianeta rotondo e sempre in discesa. Non riuscì a guadagnare molto dalle sue scoperte perché il fuoco appena inventato aveva delle controindicazioni che lui non era riuscito a prevedere, ma alcuni testimoni videro le fiamme che lo consumavano, mentre rideva e si agitava chiedendo aiuto, e nel corso di alcuni secoli perfezionarono le sue intuizioni dando modo, alla civiltà che conosciamo, di mortificare le ambizioni di una natura naturans che, fino ad allora, aveva spadroneggiato senza avere degni avversari.

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