mercoledì 16 settembre 2015

Precisazioni attorno alla cosidetta "teoria del gender"

Precisazioni necessarie su quella che è stata arbitrariamente definita essere la "Teoria del gender", incolpando addirittura le scuole dell'infanzia di inculcare l'omosessualità ai bambini, quando in realtà non è così, perché essa si riferisce ai ruoli di genere. Oggi una donna guida il pullman e la ruspa, e questo implica la necessità di una non differenziazione dei ruoli sociali tra maschile e femminile.


La sessualità non può essere inculcata né insegnata, perché essa è un elemento naturale che si manifesta naturalmente da sé, in stretta e indissolubile relazione con la propria condizione corporea, intellettiva ed emotiva. Qualsiasi tentativo di orientare questa naturale condizione dell'essere sarà destinato a fallire, equivalendo al voler aprire un buco nell'acqua lanciandole un sasso dentro. Questo, però, non esclude eventuali tentativi volti a riempire lo stagno per riuscire a ottenere quel buco tanto desiderato (qualsiasi associazione immaginativa non è stata voluta). La questione che tanto allarma in questo succedersi di dichiarazioni, a volte motivate e altre no, potrà essere considerata con maggiore chiarezza attraverso la costituzione di una gerarchia di valori che sia in grado di ordinare, secondo appropriati gradi di importanza, le diverse validità delle differenti visuali dalle quali il problema può essere considerato. Questa ipotetica gerarchia deve avere, come ogni impianto gerarchico che si rispetti, la libertà considerata come aspetto superiore e la costrizione in quello inferiore. Naturalmente questi due aspetti, considerabili essere i due poli opposti del valore, che è verità e virtù, si fronteggeranno sul piano di realtà sul quale non sia possibile un'immediata conciliazione. Libertà che non include alcuna garanzia di giustizia, perché essa implica la libertà di sbagliare, e allo stesso modo nemmeno la costrizione ha un valore assolutamente negativo, perché c'è l'auspicabile possibilità di costringere il male ad andarsene. In questa ipotetica gerarchia la libertà sarà intesa come positivamente armonica, quando essa sarà garante delle libertà di tutti, mentre la costrizione deve essere vista come la restrizione di ogni possibile libertà positiva. Considerando la questione iniziale riferita al genere sessuale occorre dire che nella individuale percezione del genere sessuale di appartenenza possono concorrere diversi fattori di ordine morale, educativo, religioso, emotivo, intellettivo e volontaristico che possono influenzare questa percezione. Dunque il proprio sentire di appartenere a un genere specifico, o a un altro genere tra gli indefiniti che sono possibili, sarà anche influenzato dal credere o dal non credere individuali, ma questi ultimi avranno sempre un peso inferiore a quello dato dalle pulsioni naturalmente espresse dall'intelligenza organica che intride ogni singolo essere, nello stesso modo in cui permea le stelle. È necessario aggiungere che la definizione di naturalità, essendo necessariamente relativa come lo è la natura, implica gradi e sfumature la cui perfezione dovrà essere valutata in funzione del grado di approssimazione al principio dal quale un evento è scaturito. Significa che il petrolio è naturale se sta negli alvei di roccia che lo contengono, e sarà considerabile essere innaturale quando qualcuno arbitrariamente lo avrà versato sul prato di un pascolo. Dal centrale punto di vista della libertà la cosa più importante sarà data dal non limitare la libertà di nessuno, imponendo una visuale che costituirà l'impronta nella quale la propria sessualità dovrà camminare per manifestare la propria ipotetica naturalità, mentre dalla visuale opposta, quella data dalla costrizione, la cosa essenziale per chi ama costringere sarà il voler obbligare qualcuno a essere ciò che quel qualcuno non sente di essere. Le due polarità, una riferita alla libertà e l'altra opposta alla costrizione, disegnano i due modi estremi nei quali è possibile porsi nel voler definire i confini dell'essere liberi di vivere ciò che si sa di essere. Il valore più importante da dover rispettare sarà sempre quello della libertà di scegliere di non fare del male ad alcun essere, compreso il proprio. Chi volesse educare all'uno o all'altro dei modi di essere contravverrebbe la libertà che l'Assoluto ci ha concesso, al fine dato dal nostro bisogno di perfezione che ha i due volti di Giano bifronte su un'unica testa, quella dell'essere universale che non è maschio e non è femmina, essendo identificato all'assenza di genere dell'Assoluto.

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